Momento formativo: “la comunicazione nonviolenta nelle relazioni educative”

Durante il weekend 9-10 ottobre 2021, la pattuglia GPN ha avuto il piacere di radunarsi a Roma all’Incontro Incaricati Nazionali alle Branche e ai Settori.

La Pattuglia GPN insieme agli incaricati GPN regionali e agli ICM regionali hanno avuto il piacere di vivere un momento formativo sul tema “La Comunicazione non violenta nelle relazioni educative”, con la prof.ssa Gabriella Falcicchio, docente presso il Dipartimento di Scienze della Formazione, Psicologia e comunicazione dell’Università “Aldo Moro” di Bari.

Il tema dell’educazione, che coinvolge noi capi scout, di certo non è tema semplice per nessuno, ma grazie al contributo della prof. Falcicchio, la sfida educativa può essere affrontata con più consapevolezza e con strumenti molto validi per la buona riuscita degli obiettivi che l’Agesci si pone.

La prof. Falcicchio con grande passione e professionalità, ci ha fornito una visione nuova per affrontare le difficoltà comunicative non solo con i ragazzi che ci sono stati affidati, ma anche nelle nostre comunità capi.

In particolar modo è stato spiegato quanto l’idea di “nonviolenza” non corrisponda all’idea di pace e armonia, ma piuttosto corrisponda al concetto di affinamento sia in merito alla consapevolezza di come vivere le relazioni, sia nella scelta di strumenti che siano utili al perseguimento dell’obiettivo dell’incontro.

Vivere la nonviolenza è pensare di fare emergere i conflitti, non tenerli all’oscuro. Essa è un metodo di lotta dei conflitti, no di guerre, ma di scontri che non siano distruttivi e demolitivi o quanto meno che lo siano il meno possibile. Di certo non è cosa semplice come diceva lo stesso Aldo Capitini : “La nonviolenza significa essere pronti al caos che ci circonda, al disordine sociale, la potenza dei malvagi, significa prospettarsi una situazione tormentosa”.

Noi educatori e coeducatori abbiamo bisogno di supportarci con strumenti che portino tutta la comunità educante ad osservare se stessa, gli altri e le situazioni che circondano con occhio scevro da valutazioni e giudizi; è necessario che la stessa comunità sappia riconoscere le emozioni e sentimenti sapendo nominarle; inoltre è importante che i bisogni propri e degli altri vengano presi in considerazione e analizzati e infine è fondamentale che si sappia formulare richieste al mio vicino per chiedergli se può fornire un aiuto a soddisfare i bisogni rimasti insoddisfatti.

A seguito di questo incontro, che ha riscosso molto interesse e molte riflessioni, siamo tornati a casa con tante considerazioni e di certo con la certezza che il nostro metodo educativo, se vissuto con consapevolezza e con coscienza, può di certo trovare nella comunicazione nonviolenta un validissimo alleato educativo.

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