Per l’AGESCI, prendersi cura di un Bene confiscato alla criminalità organizzata significa scegliere di restituire alla comunità ciò che un tempo è stato strappato, facendo emergere una nuova possibilità di incontro, di speranza e di cambiamento. Gestire questi beni significa ricostruire legami di fiducia, promuovere la giustizia sociale e attivare processi di rinascita e integrazione, facendo diventare questi luoghi simboli di dignità e di risorsa per la società.
In questa sfida, i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze dell’Associazione possono sentirsi protagonisti: partecipando attivamente a questo processo, possono animare i luoghi con attività creative, educative e solidali, contribuendo a generare una cultura di legalità, di rispetto e di promozione dei diritti umani.
Questi luoghi, così carichi di significato, costituiscono una palestra di cittadinanza attiva, un laboratorio che offre opportunità di crescita, dove ognuno, a partire dalla propria esperienza, può partecipare alla costruzione di una società più giusta e inclusiva.
La gestione di Beni confiscati per la nostra Associazione rappresenta la scelta quotidiana di vivere un’importante sfida: quella di restituire alla comunità territoriale e al ‘Bene comune’ quello che è stato un luogo che minava la costruzione di legami solidali e sani, producendo disuguaglianza e costruendo una cultura di violenza, connivenza e rassegnazione.
Gestire un Bene confiscato significa mettersi in gioco per attivare e riattivare relazioni positive, legami di fiducia e di giustizia in un territorio, restituire quel Bene alla comunità tutta, in modo che il territorio possa essere protagonista di una storia nuova, di rinascita, promozione sociale e integrazione.
In questa sfida i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze dell’Associazione sono protagonisti, nell’abitare e nel vivere questi luoghi cercando strade nuove e creative per generare una cultura di legalità e giustizia, rispetto e promozione della persona umana nella sua libertà e dignità.
Data la rilevanza di questa esperienza educativa nel 2010 è stato istituito il Registro nazionale dei Beni confiscati, accompagnato da Linee guida a supporto dei capi gestori e, nel 2022/23, è nato l’Osservatorio nazionale sui Beni confiscati, uno spazio interno all’Associazione, a cura del Settore Giustizia, pace e nonviolenza, in cui ci si confronta e sostiene insieme, facendo rete di fronte alle quotidiane sfide che la gestione dei Beni confiscati pone lanciando – come invitava a fare il nostro fondatore Baden-Powell – il cuore oltre l’ostacolo e condividendo competenze, esperienze e idee.
Ad oggi i Beni confiscati gestiti dai vari livelli associativi sono 14 e sono diffusi su tutto il territorio nazionale, dalla Liguria alla Sicilia, passando per il Veneto, la Calabria e la Puglia.