Padre Pino Puglisi: “Ho fatto del mio meglio!”

“Bisogna cercare di seguire la nostra vocazione, il nostro progetto d’amore.
Ma non possiamo mai considerarci seduti al capolinea, già arrivati. Si riparte ogni volta. Dobbiamo avere umiltà, coscienza di avere accolto l’invito del Signore, camminare, poi presentare quanto è stato costruito per poter dire: sì, ho fatto del mio meglio

Padre Pino Puglisi

Giuseppe Puglisi, detto Pino, nasce nella quartiere palermitano di Brancaccio il 15 settembre 1937 da una famiglia modesta (il padre è calzolaio, la madre sarta), ma ricca di valori e umanità. A sedici anni entra in seminario, nel 1960 si fa prete: “O Signore”, recita l’immaginetta fatta stampare per l’occasione, “che io sia strumento valido nelle tue mani per la salvezza del mondo”.

Nel 1967 è nominato cappellano presso l’orfanotrofio “Roosevelt” dell’Addaura e, per la prima volta, scopre e si apre al mondo dei più piccoli, e alle loro molteplici e vitali esigenze.

Dal ’70 al ’78 don Pino è parroco a Godrano, un paesino abbarbicato sulle colline a una quarantina di chilometri da Palermo. È una realtà difficile, lacerata da una faida che oppone le famiglie e le avvolge in una spirale di sangue, vendette e ritorsioni. Don Pino non recede, al contrario: grazie alla sua opera evangelica, la sua determinazione e il suo passo saldo e deciso, innesca un processo di trasformazione che, in ultimo, modifica e vivifica le coscienze di tutti gli abitanti.

Il 29 settembre 1990 è nominato parroco della chiesa di San Gaetano, nel quartiere Brancaccio: è la svolta.

La borgata è in mano alla mafia, e la sua missione prende forma e si definisce nel confronto con questa realtà: parla a tutti, don Pino, a chi è già caduto nelle maglie della criminalità e a chi rischia di finirci, soprattutto i bambini.

“3P”, come viene chiamato, è un uomo piccolo e minuto, e pure forte e deciso. Con la sua Uno rossa, gira avanti e indietro per il quartiere: “La benzina”, dice, “è il mio pane”. Animato da una fede profonda, e da un cuore buono e gioioso, si rivolge ai più piccoli: i bambini, che crescono nel mito delle famiglie e nel rispetto delle leggi mafiose (che, spesso, garantiscono ciò che uno Stato assente non è in grado di offrire), sono un terreno recettivo; non sono passivi, bensì, come spugne, assorbono le informazioni e le energie che li circondano, e le restituiscono nel mondo.

“3P” è consapevole del rischio che corre, ma non ha paura. Durante le celebrazioni, dal sagrato e dall’altare, si rivolge direttamente ai mafiosi, né abbassa lo sguardo quando li vede. Non li sfida, però, non li provoca; li guarda con amore, con lo stesso sguardo con cui Cristo si volge all’intera umanità. La sua forza è il Vangelo, la preghiera, i documenti conciliari del Vaticano II (di cui è studioso e interprete attivo); la sua forza coincide con l’urgenza della sua missione: salvare i più giovani, recuperarli dalla strada, offrire loro una possibilità, un’occasione, un futuro.

Il 29 gennaio 1993 inaugura il centro Padre Nostro, un punto di riferimento (ancora attivo) per i bambini, i ragazzi, gli anziani e le famiglie del quartiere. Non ha proposte clamorose, non spreca parole; guarda all’utile, al concreto. Offre ciò che serve: generi alimentari, vestiti, materiale didattico, supporto legale, sanitario e psicologico. Apre alle fasce più deboli, le sottrae a un destino segnato. Alla mafia, ovviamente, non va. Il 15 settembre 1993, il giorno del suo cinquantaseiesimo compleanno, viene ucciso davanti al portone di casa: due colpi alla nuca, da vigliacchi, in perfetto stile mafioso.

Il 15 settembre 1999 il cardinale di Palermo Salvatore De Giorgi apre ufficialmente la causa di beatificazione e lo proclama Servo di Dio.

Il 28 giugno 2012 papa Benedetto XVI autorizza la Congregazione per la Causa dei Santi a promulgare il decreto relativo al martirio (“perché ucciso in odio alla fede”) e a proclamarlo beato.

Il 15 settembre dello stesso anno il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo, ha comunicato la data della beatificazione, il 25 maggio 2013.

(fonte: www.sanpaolostore.it)

Materiali e approfondimenti:
Articolo: “L’ultima cena del prete di Brancaccio” – Vita, dicembre 2012
Articolo: “Un prete contro la mafia con il sorriso della fede” – Giornale di Brescia, luglio 2012
Articolo: “Don Puglisi, un martire che viene dal Concilio” – Famiglia Cristiana, luglio 2012
“Il ricordo di don Luigi Ciotti”, fonte: Libera
“Centomila per la beatificazione di don Puglisi“, fonte: RaiNews24
Articolo: “Il primo martire di mafia della Chiesa”, fonte: BlogSicilia.it
Articolo: “Dal Papa un grido che scuote le coscienze”, fonte: Libera.it

Articoli pubblicati su Avvenire.it, maggio 2013
“Coi figli della ‘ndrangheta nel nome di don Puglisi”
“Dal suo sangue Palermo ha tratto coraggio e forza”
Sapeva di rischiare la vita, dal suo sacrificio un popolo nuovo
“La mafia ha liberato il chicco di grano”
“Il tuo salotto era strada e scuola”

Articoli pubblicati su FamigliaCristiana.it, maggio 2013
“La lezione indimenticabile di un sacerdote autentico”
“Uno dei due killer, Salvatore Grigoli: Gli sparai, lui sorrise”
“Il postulatore, monsignor Bertolone: Fu un vero profeta, morì martire per la fede”
“Esclusivo: parla Giuseppe Carini, il teste chiave contro gli assassini

“3P”: estratto dalla tesi “Chiese e mafie” del master di II livello in “criminalità, devianza e sistema penitenziario”- Barbara Cartella, 2006

Scheda del libro: “Brancaccio, storie di mafia quotidiana”
Scheda del libro: “A mani nude. Don Pino Puglisi”
Scheda del libro: “Don Puglisi. Il Vangelo contro la mafia”
Scheda del libro: “Pino Puglisi, il prete che fece tremare la mafia col sorriso”
Scheda del libro: “Il gatto del prete povero”
Scheda del libro: “E li guardò negli occhi”

Scheda del film: “Alla luce del sole”
Scheda del film: “Brancaccio”

(notizia pubblicata il 18.05.2013- aggiornamento del 29.05.2013)

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